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GIANNI DUNIL

CURATORE D'ARTE

CAPOREDATTORE

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Gianni Dunil nasce come regista di cortometraggi d'arte, collaborando con importanti enti ed istituzioni quali il Sistina, il Teatro di Roma, il Teatro Brancaccio, l’Università “La Sapienza” di Roma, il Piccolo Teatro di Milano. Le sue realizzazioni video sono spesso ispirate sulla cura del dettaglio scenografico, che spazia dall’arte alle citazioni letterarie e vengono utilizzate come materiale didattico adottato presso istituti di cultura e atenei universitari. Ha offerto in tal campo la propria esperienza, collaborando con il celebre regista Cesare Vangeli, direttore del Lim, prestigioso laboratorio del Musical di Roma. E' stato tra i curatori della 58 .Biennale di Venezia Arte nel Padiglione Repubblica Dominicana accanto a Marianne De Tolentino, Direttrice del Museo di Belle Arti di Santo Domingo. Collabora dal 2010 con l'autorevole studio d'arte del conte storico d'arte Daniele Radini Tedeschi e dal 2015 fa parte della Società Start di Roma. E' stato nominato capo redattore dell'Atlante dell'Arte Contemporanea De Agostini nell'edizione 2020. Tra le conferenze da lui tenute è da segnalare quella in data 2018 presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati in Roma di presentazione della rassegna da lui curata a Venezia "Padiglione Europa".

web:   www.startgroup.eu

mail:  startsrls2015@gmail.com

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La Pandemia nella solitudine dell'artista

Il 2020 è l’annata destinata ad entrare nei libri di storia contemporanea poichè ha stravolto completamente il paradigma del tessuto sociale dell’occidente. La pandemia ha costretto metà della popolazione mondiale alla solitudine forzata, facendo così riscoprire aspetti della propria interiorità da tempo sopiti negli incessanti rumori della quotidianità. I clacson delle macchine, le metro affollate, le campanelle delle scuole, la “città che sale” la cui frenetica entropia giornaliera veniva immortalata dal Boccioni, sono state sostituite da un incontrastato silenzio assordante e l'uomo, viandante su un mare di nebbia, ha mirato nel suo lontano ricordo quelle vie un tempo stracolme di vita. 

Coloro che non ne sono stati mai avvezzi hanno conosciuto la solitudine, ma si nota come essa goda già di una triste continuità nell’ambito artistico-letterario. “La Solitudine” è il poemetto numero 23 della famosissima raccolta “Lo Spleen di Parigi” di Charles Baudelaire, egli la paragona ad un demonietto guardingo che coglie l’anima oziosa nei momenti e nei luoghi più inaspettati. Il pittore Eduard Munch la immortala in quei marciapiedi di “Sera sul viale Karl Jordan”, laddove una figura curva, forse l’autore stesso, cammina solo ed accigliato immerso nella più totale alienazione, sentendo l’insostenibile peso degli sguardi attoniti dei passanti .

Completamente diversa è invece l’accezione che ne dà la cultura umanistica, da Cicerone a Seneca fino a Petrarca, dove la solitudine rappresenta occasione di ispirazione genuina. E' solo entrando in contatto diretto e indisturbato con sé stessi che si manifesta la piena maturazione poetica.

Compagna e nemica, da qualsiasi prospettiva la si vede essa resta indispensabile sebbene al contempo possa essere anche distruttiva. Sta all’artista il compito di trarre il meglio da questa condizione, più interiore che esteriore, che porta a una riflessione sui "vuoti" e sui "pieni" dell'esistenza. Parafrasando Gregorio Magno “nel porto le navi urtano, mentre al largo avanzano sulla spinta dei venti, schierate e libere”, ciò significa che l’isolamento talvolta costituisce l’unico modo per individuare la rotta. 

Perchè se l'artista, in questo momento storico, cammina in assorta solitudine sarà suo compito manifestare nella sua poetica produzione  quel cuore gonfio di aspettative verso il futuro.   (Gianni Dunil )

Gaspar David Friedrich Viandante su mare

Gaspar David Friedrich

"Viandante su mare di nebbia", 1818,  HamburgerKunsthalle 

Amburgo

Edvard Munch Sera sul viale Karl Johan,

Edvard Munch 

"Sera sul viale Karl Johan", 1892, Museo d'Arte di Bergen,

Bergen

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Atlante dell'Arte Contemporanea edito da De Agostini - volume 2019, censimento con testi critici e tavole a colori dei più autorevoli artisti italiani dal 1950 ai giorni nostri.
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